sabato 2 giugno 2012

Depressione


La depressione è un problema di rilevanza clinica molto diffuso che ha, come caratteristica predominante, l'alterazione del tono dell'umore, ossia di quello stato emotivo a lungo termine attraverso cui filtriamo tutte le esperienze. La depressione segnala la rottura di un equilibrio e una conseguente caduta dell'umore che, nella forma più leggera, può esprimersi nell'essere "giù di corda" mentre, nella sua forma più grave, può arrivare a costituire un serio disturbo, passando da un cattivo umore transitorio a uno stato fisso.

Come categoria diagnostica, la depressione rappresenta una costellazione di sintomi cognitivi, comportamentali, somatici ed affettivi che, nel loro insieme, sono in grado di diminuire significativamente le capacità di funzionamento di una persona, nonché la sua abilità ad adattarsi alla vita sociale. Sebbene la storia e le esperienze possono influenzare la tendenza o la resistenza alla depressione, è possibile dire che, quella depressiva, è un'esperienza che accompagna gli esseri umani fin dalle origini: da sempre l'uomo si è confrontato con l'umore abbattuto, la mancanza di voglia di fare, la perdita di interesse, l'incapacità di tornare a essere ciò che si era stati.

Da un lato l'esperienza depressiva porta a sentirci tristi, demoralizzati, incapaci di svolgere le attività quotidiane e impossibilitati ad essere aiutati; dall'altro lato, il protrarsi della depressione, tende ad alterare ulteriormente il modo in cui pensiamo a noi stessi, nonché il nostro funzionamento intellettuale. Questo processo, quando ricorsivo, può portare a sentirsi ancora più depressi, apatici, demotivati, deprivati della possibilità di godere delle attività quotidiane, incluse quelle che un tempo sembravano piacevoli. In questo stato, possono comparire alterazioni del sonno o inappetenza, difficoltà a concentrarsi, ecc.

La depressione, come disturbo psicologico, può consistere in uno o più episodi gravi oppure può accompagnare la vita di una persona in maniera più sottile, per la maggior parte del tempo, anche per anni. La depressione può presentarsi a qualsiasi età: dall'infanzia, all' adolescenza, all'età adulta. Un episodio depressivo non trattato, in genere, dura sei mesi o più. In seguito al primo episodio depressivo, molti tornano alla normalità e non ci ricadono più. Molti altri, tuttavia, rimangono depressi.

I sintomi della depressione variano in rapporto alla personalità. Secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM IV), ovvero lo strumento di cui si servono i professionisti del settore per diagnosticare i problemi emotivi, quanto più si è depressi, quanto più numerosi possono essere i sintomi elencati qui di seguito:
  • Umore depresso. Per la maggior parte del tempo il depresso si sente giù, triste, vuoto, scoraggiato. Può piangere molto o sentire di voler piangere ma non riuscirci. Anche l’irritabilità è un sintomo comune.
  • Perdita di interessi. Il depresso prova una perdita di interesse e di piacere nella vita così che ora deve fare con sforzo le cose che prima gli piacevano. Spesso vi è anche la perdita di interesse per il sesso. Per chi è depresso è difficile aspettarsi di poter trarre piacere da qualsiasi cosa.
  •  Cambiamenti nell’appetito. Il quadro più tipico è la perdita dell’appetito: il cibo non interessa, bisogna sforzarsi per mangiare, si tende a perdere peso. A volte però, le persone mangiano di più quando sono depresse: usano il cibo come una fonte di conforto o come un modo per riempire il proprio senso di vuoto. In questo caso si tende ad ingrassare.
  • Disturbi del sonno. Chi è depresso dorme molto meno o molto di più di prima. Chi dorme meno tende ad avere difficoltà ad addormentarsi, o si sveglia di continuo, oppure può svegliarsi troppo presto senza riuscire a riprendere sonno. Chi dorme di più invece potrebbe passare la sua giornata da un sonnellino all’altro oppure dormire molto di più la notte.
  • Senso di agitazione o rallentamento. Il corpo di chi soffre di depressione, la sua mente e il suo modo di parlare vanno troppo veloci o troppo lenti. C’è chi è agitato senza darsi pace e chi,invece, si sente rallentato.
  • Perdita di energie. Chi è depresso si sente stanco, esaurito. Anche piccoli compiti possono apparire esorbitanti. Nei casi estremi il depresso può trovare troppo difficile anche svolgere le normali attività quotidiane, come lavarsi, vestirsi, fare la spesa e cucinare.
  • Sentimenti di autosvalutazione o di colpa. L’autostima di chi è depresso è bassa. Chi è depresso può sentirsi inutile o cattivo, potrebbe arrivare ad odiarsi. Può anche credere che la sua depressione sia una punizione che si merita. Spesso chi è depresso è arrabbiato con sé stesso per via della depressione in quanto lascia che interferisca con la vita personale e lavorativa.
  • Difficoltà a pensare. Chi è depresso tende a non sentirsi più in grado di pensare come prima. Può avere difficoltà a pensare e a prendere decisioni.
  • Ideazione suicidarla. Nei momenti di maggiore disperazione, alcune persone depresse possono arrivare a pensare che non valga più la pena vivere e che sarebbe meglio esser morti, arrivando talora a credere che gli altri starebbero meglio se loro non ci fossero. Purtroppo, in certi casi, le fantasie relative al suicidio possono trasformarsi in atto.
Ci sono, inoltre, molti altri sintomi che tendono ad essere associati alla depressione. Spesso ansie, fobie, o forti preoccupazioni per la salute fisica, possono accompagnare gli stati depressivi o contribuire al loro insorgere. Ci si può sentire ansiosi o irritabili. Si può soffrire di disturbi fisici legati allo stress, come mal di stomaco o mal di testa. Si può anche essere alle prese con altri problemi (abuso di sostanze, disturbi alimentari o disturbi da deficit dell’attenzione). Alcuni individui depressi, inoltre, attraversano periodi di "mania", durante i quali si sentono estremamente energici e rapidi.

Spesso è possibile rintracciare, nella storia personale di chi soffre di depressione, la presenza di alcune tipologie specifiche di esperienze. Tali esperienze possono favorire la tendenza alla depressione ingenerando aspettative negative sul futuro ed un sentimento di delusione in relazione a se stessi, agli altri o alla società. Ad esempio, esperienze di separazione o di rifiuto, se non elaborate e contestualizzate, hanno il potere di minare il proprio senso di sicurezza generando un'aspettativa secondo la quale non è più possibile prevedere se i propri bisogni di stabilità, protezione, cure, empatia, condivisione emotiva, accettazione e rispetto saranno soddisfatti o meno. Altre volte la tematica centrale che favorisce l'insorgere di una depressione ha a che fare con l'autonomia personale, soprattutto in quei casi in cui l'ambiente esterno interferisce con la propria capacità percepita di differenziarsi, sopravvivere e lavorare in modo indipendente, o di riuscire nelle proprie azioni. E gli esempi potrebbero continuare..

Anche alcuni tratti della personalità possono incidere sull'insorgere di una depressione. È il caso di chi tende a dare un’attenzione eccessiva ai desideri, ai sentimenti ed alle risposte degli altri, a spese dei propri bisogni. Personalità di questo tipo tendono a reprimere le proprie inclinazioni naturali, pur di ottenere amore e approvazione, di mantenere un senso di appartenenza o di evitare ritorsioni. In genere questo atteggiamento, che implica anche una repressione (o una mancanza di consapevolezza) della propria rabbia, raramente si dimostra funzionale al benessere personale. Altri, invece, finiscono col soffrire di depressione esercitando un eccessivo controllo sulla spontaneità dei propri sentimenti, sui propri impulsi e sulle scelte, allo scopo di evitare di commettere errori, o per soddisfare rigide regole interiorizzate, a discapito, spesso, della propria felicità, dell’espressione di sé, della tranquillità emotiva, delle relazioni intime e della salute.

Indipendentemente dalle cause, ciò che caratterizza maggiormente lo stato depressivo e la gravità di una depressione è il grado di rinuncia a fare qualcosa per cambiare la situazione. La rinuncia investe tanto la speranza di cambiamento che l'idea stessa della possibilità di un cambiamento. Rinunciando, la persona può arrivare ad essere paralizzata dal rifiuto di fare qualsiasi cosa, il suo comportamento può diventare rallentato, demotivato, il pensiero estremamente negativo: "non c'è nulla da fare!".


Purtroppo, l'atteggiamento pessimista, supportato da esperienze e da aspettative negative sul proprio futuro, spesso impedisce a chi è depresso di richiedere un aiuto professionale o di intraprendere un percorso terapeutico. Nell'ottica di chi è profondamente depresso ogni tentativo di cambiare la propria situazione è inutile o, nel migliore dei casi, una perdita di tempo. Spesso infatti sono i familiari a chiedere aiuto.

La depressione è una problematica che non va sottovalutata. Se lo stato depressivo perdura per molto tempo, lo spettro delle alterazioni può farsi sempre più ampio: la depressione può coinvolgere, in una spirale negativa, gli aspetti più importanti della vita. In seguito all'esordio di una depressione, inizialmente molti riferiscono difficoltà nelle relazioni strette e rapporti sociali meno soddisfacenti, alcuni incorrono in problemi coniugali o occupazionali, ecc. Successivamente insorgono disturbi nella percezione del tempo, abbassamento del limite di difesa personale e delle capacità decisionali, ripercussioni a carico del sonno, perdita della memoria, irritabilità, ecc. La depressione è un  malessere la cui “aggressività” finisce con l'investire la qualità della vita non solo di chi ne soffre, ma anche delle persone emotivamente più vicine (il coniuge ed i familiari in particolar modo).

Nessun commento:

Posta un commento